Quando non sei “bello” da vedere, ma sei magari alto, un po’ ingobbito e legnoso nei tuoi movimenti, quando magari la palla non la sai accarezzare ma sai quasi solo colpirla con forza è sempre assai più difficile conquistare il cuore di tifosi e la fiducia dei tecnici.

Un calciatore simbolo di questa triste e ingiusta realtà è Martin Palermo che per tutta la carriera ha dovuto lottare contro pregiudizi derivanti da tutto quanto raccontato qui sopra.

Martin Palermo non si è mai arreso, mai.

Neanche nei momenti più duri (e ne ha passati tanti !) della sua carriera.

Poi arrivò “quel giorno” …

Il 28 novembre del 2000 tutto il mondo conoscerà Martin Palermo. E’ il giorno della finale della Coppa Intercontinentale. Il Boca Juniors, vincitore della Libertadores, si trova di fronte il poderoso Real Madrid dei “galacticos” di Figo, Raul, Roberto Carlos, Guti e Mc Manaman.

Per gli addetti ai lavori non dovrebbe esserci partita.

Troppo superiori i bianchi di Vicente Del Bosque.

Invece basteranno cinque minuti di gioco per far tornare i “galacticos” sulla terra.

Ci penserà proprio lui, Martin Palermo con due gol di opportunismo e di potenza nei primi cinque minuti di gioco a decidere la partita.

Quella sera i due “galacticos” giocavano nel Boca … uno aveva la maglia numero 9 e segnò due reti e l’altro era un “signore” con la maglia numero 10 che fece esattamente quello che aveva voluto per tutti i novanta minuti di partita. Il suo nome ? Juan Roman Riquelme.