Dal 1974 al 1976 per i Gunners saranno due stagioni terribili, in cui biancorossi londinesi “flirteranno” addirittura con la retrocessione.

Occorre correre ai ripari: nell’estate del 1976 l’Arsenal “ruba” il manager Terry Neill al Totthenam.

L’allenatore nord-irlandese (ed ex difensore centrale dei Gunners a fine anni ’60) non indugia un solo secondo: con se si porta il connazionale Pat Jennings, uno dei più forti portieri britannici di tutti i tempi ma, a 31 anni, ritenuto dagli Spurs ormai sul viale del tramonto e poi rompe il salvadanaio per portare a Londra quello che da molti è considerato il più forte centravanti britannico in circolazione: Malcolm “SuperMac” Macdonald.

La cifra pagata al Newcastle è per i tempi sensazionale: 333.333,34 sterline.

Un terzo esatto del milione di sterline che qualche anno dopo Brian Clough pagherà per Trevor Francis dal Birmingham.

L’impatto dei nuovi acquisti e la crescita all’interno del team di giovani calciatori del livello di Brady, O’Leary, Stapleton e Rix riporta l’Arsenal in posizioni più consone alla sua fama e al suo prestigio.

Un ottavo posto finale e Malcolm Macdonald capocannoniere della First Division.

Liam è ormai titolare inamovibile e il regista da cui partono praticamente tutte le trame di gioco.

Con i verdi d’Irlanda, dopo aver esordito nello storico trionfo contro l’Unione Sovietica nelle qualificazioni agli Europei (3-0 tripletta di Don Givens, attaccante del QPR) Liam è anche qui imprescindibile.

Purtroppo però non avrà mai la possibilità di giocare una fase finale di una delle principali competizioni per squadre nazionali. L’Eire, nonostante giocatori di valore come Stapleton, Whelan, Lawrenson, O’Leary, Heighway e lo stesso Brady, non riuscirà mai a fare il salto di qualità definitivo.

Salto di qualità che arriverà solo con l’arrivo di Jack Charlton sulla panchina dei verdi d’Irlanda nel dicembre del 1985.

Brady sarà parte integrante dei primissimi anni di Charlton alla guida dell’Eire giocando quasi tutte le qualificazioni per gli europei di Germania del 1988 (segnando anche un importantissimo gol nel pareggio in Belgio) ma un grave infortunio al ginocchio gli impedirà di essere tra i 22 che andranno alla fase finale degli Europei in Germania.

Nel frattempo però l’Arsenal sta tornando grande.

E anche se non c’è la rosa sufficientemente ampia e di qualità per poter impensierire Liverpool e Nottingham Forest (le due squadre più forti alla fine degli anni ’70) i Gunners trovano nelle Coppe il loro palcoscenico ideale.

Tre finali di FA CUP consecutive (1978-1979-1980) di cui una vincente (“the 5 minutes final”) contro il Manchester United nel 1979 e un’altra sconfitta, quella raccontata sopra contro il Valencia.

Liam Brady approderà in Italia nell’estate del 1980, vincendo due scudetti consecutivi con la Juventus … l’ultimo dei quali grazie ad un suo calcio di rigore ad una manciata di minuti dal termine nella decisiva vittoria di Catanzaro, prima di lasciare la sua maglia numero 10 a Michel Platini che arriverà alla Juventus poche settimane dopo la vittoria di questo secondo scudetto.

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Qui sotto nel video Liam in azione …

La biografia completa di LIAM BRADY è su https://www.urbone.eu/products/mavericks-cult-heroes-del-calcio-britannico-27-biografie-di-calciatori-che-hanno-in-qualche-modo-lasciato-il-segno-nella-storia-del-calcio-britannico-degli-ultimi-cinquantanni