L’Uruguay è padrone della partita.

Due minuti dopo i fantasmi prendono forma.

Brito, che sembra avere il marmo nei piedi, regala palla a Morales, la ficcante ala sinistra dell’Uruguay.

Guarda in area e vede sul vertice opposto il compagno Cubilla.

Lo serve alla perfezione e altrettanto perfetto è il controllo di palla di Cubilla con la coscia.

Sembra però che l’angolo di tiro sia ormai troppo “stretto” ma Cubilla con l’interno del piede accarezza la palla prendendo in controtempo Felix, il portiere del Brasile. Palla sul palo opposto e vantaggio per gli uruguaiani.

Morales e Cubilla continuano a imperversare.

Clodoaldo e Carlos Alberto sono costretti alle maniere forti per fermare i due esterni d’attacco dell’Uruguay.

Non passano neppure cinque minuti che l’Uruguay è ad un passo dal raddoppio.

Morales sta per battere a colpo sicuro ma Carlos Alberto riesce ad anticiparlo di un soffio.

Il Brasile prova a scuotersi ma la difesa della “celeste” è organizzata e le poche volte che i brasiliani riescono ad arrivare al tiro trovano sempre un attentissimo Mazurkievicz.

Il primo tempo è ormai agli sgoccioli.

I fantasmi hanno la maglia celeste e i pantaloni neri e corrono e lottano come forsennati.

Dicono che il fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto.

Andatelo a raccontare ai brasiliani in quel preciso momento.

Intanto l’Uruguay si è raccolto nella sua metà campo e schierato senza ansia o frenesia sta aspettando il fischio del signor Jose Maria Ortiz de Mendibil, l’arbitro spagnolo dell’incontro.

Rivellino ha la palla tra i piedi ma è ancora nella propria trequarti.

Mentre l’appoggia lateralmente ad Everaldo vede con la coda d’occhio Clodoaldo inserirsi a doppia velocità.

Non è impossibile che si stia chiedendo dove sta andando il suo compagno.

In fondo in una squadra con cinque “numeri 10” in campo Clodoaldo è l’unico centrocampista che ha più compiti difensivi che offensivi.

E’ lui che deve stare a protezione del reparto difensivo.

E’ lui che deve recuperare palloni e poi semplicemente appoggiarli ad uno dei cinque talentuosi compagni che giocano davanti a lui.

Stavolta però Clodoaldo si lancia in attacco.

Everaldo probabilmente sta facendo lo stesso ragionamento di Rivellino.

«ma dove va il nostro numero “5” ?»

A quel punto tanto vale dargli la palla!

Ed è esattamente quello che fa Everaldo.

Clodoaldo riceve la palla ma invece di tentare imprese spettacolari o giocate di alta scuola si limite ad appoggiare la palla a Tostão, largo a sinistra con i piedi a calpestare la linea laterale.

Le sorprese però non sono finite.

Clodoaldo accelera ancora il passo e si lancia a tutta velocità verso l’area di rigore avversaria.

Lo stupore dei difensori uruguaiani è evidente.

«Clodoaldo? Cosa ci fa qua?”

Nessuno se lo aspetta e nessuno lo segue.

Tostão fa lo stesso ragionamento di Everaldo.

«Beh, visto che ha fatto tutta questa strada …»

Il pallone del numero “9” brasiliano è un capolavoro.

Con l’interno del piede calibra una traiettoria perfetta che aggira la difesa dell’Uruguay e arriva perfetta tra i piedi di Clodoaldo.

Il numero “5” calcia al volo.

E’ una “botta” forte e precisa con l’esterno del piede destro che s’infila sul palo lontano di un incolpevole Mazurkievicz.

E’ il gol che scaccia i fantasmi.

E’ il gol che permette al Brasile di tornare in campo un quarto d’ora dopo “da Brasile”.

E’ il gol che cambia il corso di una partita difficilissima.

E’ il gol che cambia il corso di un mondiale intero.

…. continua ….