In un Italia divisa in due dalla linea gotica, con a sud gli Alleati e al nord la Repubblica di Salò, organizzare, o meglio, riorganizzare un campionato di calcio a livello nazionale era praticamente impossibile.

Dopo la caduta del Regime Fascista, la Federazione Calcistica spostò la propria sede a Venezia, e decise per la stagione 1944 di costituire dei campionati regionali misti, con squadre di serie A e B. Le squadre vincitrici dei rispettivi tornei avrebbero disputato una fase finale per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia: quello che è passato alla storia come il Campionato divisione Nazionale 1944  

E fu in questo contesto che nacque un’incredibile e bellissima favola del nostro calcio: la favola del Gruppo sportivo 42^ Vigili del fuoco di La Spezia.

INTUIZIONE – Lo Spezia, che nella stagione 1943-1944 arrivò sesta in serie B, non attraversava un bel momento: il suo presidente, Coriolano Perioli, fu arrestato dai tedeschi e deportato in un campo di concentramento, i calciatori erano sparsi in tutta Italia e lo stadio era inagibile. Ma Alfonso Semorile, unico dirigente rimasto della vecchia società, ebbe una geniale intuizione: contattò il comandante dei Pompieri della città, e chiese di far arruolare tutti i calciatori rimasti nel corpo dei Vigili del Fuoco, così da non correre il rischio di essere chiamati alle armi. Iniziò così la storia del Gruppo Sportivo 42^ Corpo dei Vigili del Fuoco, meglio conosciuti come VV.FF. La Spezia.

CAMPIONATO ALTA ITALIA 1944 – Il Campionato divisione nazionale o Campionato Alta Italia, prese il via il 2 gennaio 1944: la neonata squadra, allenata da Ottavio Barbieri, fu inserita nel girone emiliano con Parma, Busseto, Fidentina e Suzzara. Per capire i disagi cui dovevano far fronte le squadre, un esempio eloquente riguarda proprio la formazione spezzina: per le trasferte dovettero usare un un’autobotte, che all’occorrenza riempivano con sale e olio da vendere al mercato nero, così da poter guadagnare qualche soldo.

Le partite interne invece si giocarono a Carpi.

L’inizio del loro cammino fu travolgente, tanto che vinsero il girone per poi qualificarsi alla fase successiva e incontrare il Carpi, il Modena e ancora il Suzzara: vinsero anche la seconda fase e si guadagnarono l’accesso alle finali regionali.

Ad attendere i “Vigili del fuoco” c’è il Bologna: la partita d’andata, giocata nel capoluogo emiliano l’11 giugno, sotto una pioggia torrenziale e sul risultato di 1-0 per i liguri, fu sospesa per invasione di campo dei tifosi bolognesi. La commissione disciplinare fu durissima: partita persa a tavolino e gara di ritorno impossibile da giocare per i felsinei a causa delle numerose squalifiche.

Incredibilmente la squadra di Barbieri stacca il biglietto per le finali nazionali.

TRIONFO ALL’ARENA – Come sede della la fase finale fu scelta l’Arena Civica di Milano. Le pretendenti al trono di campione d’Italia furono, oltre ai pompieri-calciatori, il Venezia e il Torino FIAT: grande favorita per la vittoria finale era proprio il Torino, guidata da Vittorio Pozzo, che nell’immediato dopoguerra diventerà una delle più grandi squadre di tutti i tempi.

Il 9 luglio I VV.FF. La Spezia sfidarono il Venezia: 1-1 risultato finale. Ma la partita che tutti aspettavano era quella contro i campioni in carica del Torino: Valentino Mazzola, Silvio Piola, Loik e Gabetto, erano solo alcuni dei campioni che schieravano i piemontesi. I torinesi presero l’impegno sottogamba, tanto che due giorni prima della partita fecero un amichevole a Trieste, spendendo molte energie e arrivando stanchi a Milano.

Tra lo stupore generale e grazie ad una grande prestazione, gli “Aquilotti” ebbero la meglio per 2-1. L’attaccante Angelini, autore della doppietta decisiva, fu l’eroe della partita. Di Silvio Piola il gol granata.

Il 20 luglio 1944 la vittoria del Torino sul Venezia per 5-2 dà la matematica certezza: Il Gruppo Sportivo 42^ Corpo dei Vigili del Fuoco è Campione d’Italia.

SCUDETTO ONORIFICO – Pochi giorni dopo la vittoria, la Federazione decise che quel campionato non va considerato come gli altri: una grande beffa per i calciatori e per tutta la società che, giustamente, si sentirono defraudati. Ne avevano passate tante, lontano dalle loro famiglie, spostandosi con mezzi di fortuna e rischiando la vita sotto i bombardamenti. Soltanto nel 2002, la FIGC, come parziale risarcimento, assegnò uno scudetto onorifico. Ma quel che resta nella memoria va al di là dei riconoscimenti: il ricordo di una squadra che tra mille difficoltà è riuscita a vincere uno scudetto, avendo la meglio su avversari ben più blasonati.

Oggi sulle maglie dello Spezia c’è un tricolore, con una coppa raffigurata all’interno per celebrare quello storico trionfo.