Chi ha amato il calcio inglese “di una volta” non può non conoscere o amare questo lungagnone di quasi due metri ma con due piedi raffinati e sensibili.

L’Eire di Italia ’90 deve a lui il passaggio del turno (suo il gol all’Olanda) e i tifosi di Arsenal, Manchester City e Sunderland hanno tutti un grande ricordo di lui.

Prima di vedere Big Niall in azione un breve estratto da http://www.urbone.eu/obchod/mavericks-cult-heroes-del-calcio-britannico

“Lo scorso anno di questi tempi eravamo nella disperazione più completa.

Al nostro ritorno  nella Premiership siamo riusciti a buttare tutto alle ortiche nell’ultima giornata di campionato.

Ci bastava un pareggio contro il Wimbledon.

Siamo riusciti a perdere e il Coventry, battendo il Totthenam, ci ha superati.

Sbattendoci di nuovo in First Division, il campionato cadetto.

Tutto questo mentre c’era uno stadio meraviglioso ad attenderci per l’inizio di questa stagione.

Lo Stadium of Light, una delle nuove meraviglie di quel calcio inglese che è ormai irriconoscibile rispetto a quando iniziai a tirare i miei primi calci da professionista con l’Arsenal, era pronto ad attenderci.

Nessuno avrebbe voluto giocarci la prima partita della storia in First Division, ma purtroppo è quello che è successo.

Ho avuto la fortuna di segnare io il primo gol nella storia di questo stadio.

Abbiamo battuto il Manchester City 3 a 1.

Una delle contendenti alla promozione.

Sembrava l’inizio di una stagione da ricordare.

Invece il mio ginocchio, quello operato l’anno precedente per la rottura del crociato, ha iniziato a fare i capricci.

Talmente tanto che improvvisamente ero diventato la controfigura di me stesso.

Una partita pessima contro il Port Vale e in quella successiva ci toccava il Norwich in casa.

Ho supplicato Peter Reid, il nostro manager, di non farmi giocare.

“Non riesco neppure a correre Boss. La mia gamba è andata, non ho forza”.

Niente da fare.

Peter Reid, la persona migliore che io abbia incontrato nel mondo del calcio, non ne vuole sapere. Ha sempre visto in me cose che neppure io riuscivo a vedere.

“Quinnie, tu al 80% sai essere molto meglio della maggioranza degli altri centravanti del campionato al 100%” mi ripeteva continuamente.

Grazie della stima Boss … ma io ora sono al 20% !

Sono un disastro assoluto per tutta la partita.

Non riesco a prenderne una neppure di testa, la mia specialità.

Nel secondo tempo mi trovo da solo a tu per tu con il portiere avversario.

Stiamo perdendo uno a zero.

E’ l’occasione per pareggiare e chissà, portare a casa i tre punti.

L’unica cosa che so fare però è appoggiare la palla docilmente tra le braccia del portiere avversario.

I fischi e i “booo” dei tifosi del Sunderland mi rimbombano ancora nelle orecchie quando a fine partita mi appresto a salire in macchina insieme a mia moglie Gillian e a mia figlia Aisling.

C’è un folto gruppo di tifosi nei paraggi.

Gli insulti sono feroci.

Sono in imbarazzo nel pensare che mia figlia possa sentire parole del genere … rivolte a suo padre poi.

Ma il peggio deve ancora arrivare.

Un tifoso mi sputa.

Per una frazione di secondo penso di reagire, dando a quell’idiota la lezione che si merita.

Poi, per fortuna, riesco a controllarmi.

Sono quelle situazioni in cui non vinci mai in ogni caso.

In un attimo mi vengono alla mente i possibili titoli dei tabloids.

“Famoso calciatore attacca un tifoso” oppure “Attaccante permaloso si scaglia contro un fan” … no, meglio evitare tutto questo.

Però se questo deve essere il calcio, se questo è quello che devo passare dopo essermi lasciato alle spalle due crociati rotti, il rischio di lasciarci le penne per una setticemia, mesi e mesi di lavoro da solo in palestra per recuperare … beh, meglio lasciar perdere.

Meglio chiuderla qua e tornare nella mia Irlanda ad occuparmi di cavalli con la mia dolce Gillian, e i miei due cuccioli Aisling e Mike”.

… C O N T I N U A …

Questo invece è NIALL QUINN in azione.