Ci sono ben pochi dubbi in proposito.

Daniel Alberto Passarella è stato uno dei più grandi difensori centrali della storia del calcio.

A doti fisiche eccellenti (la sua elevazione era semplicemente straordinaria), ad un sinistro potente e preciso “El Caudillo” aggiungeva doti di leadership raramente viste su un campo di calcio.

Una carriera non certo facile, con tanti rifiuti di club importanti che a qualcuno con un carattere meno determinato del suo avrebbero probabilmente consigliato di lasciar perdere l’idea di fare il calciatore professionista.

Questo è un breve estratto tratto da http://www.urbone.eu/obchod/matti-miti-e-meteore-del-f%C3%B9tbol-sudamericano di cui Passarella è uno dei 43 protagonisti.

«Come tutti quanti nella sua famiglia “El Mocho” (questo il soprannome da bambino di Passarella) era un “hincha” sfegatato del Boca Juniors e Angel Clemente Rojas detto “Rojitas” era il suo grande idolo.

Proprio al Boca, dove sognava di giocare, Passarella dovrà accettare una delle più grandi umiliazioni della sua carriera.

Nel 1970, vincendo la concorrenza di diversi club argentini, il Boca Juniors offre a Passarella la possibilità di entrare nel settore giovanile.

E’ ospite per quasi tre mesi della pensione nella cittadella sportiva del Club, la famosa “Candela”.

Il Responsabile del settore giovanile Bernardo Gandulla gli dice che può lasciare il suo lavoro di operaio a Chacabuco e di considerarsi un calciatore del Boca.

Pochi giorni dopo come nuovo coach della squadra Juniores del Boca arriva un certo Campos … che dopo un paio di allenamenti fa sapere al Club che a lui Daniel Passarella non serve.

Nessun contratto è ancora stato firmato e Passarella deve tornarsene a Chacabuco con la coda tra le gambe … e un odio, mai più sopito, verso il Boca Juniors».

E ora, come sempre, diamo un’occhiata a Passarella in azione per ammirare il suo sinistro e il suo prodigioso colpo di testa.