Il Boss, Keith Burkinshaw, ha appena dato la formazione.

Ci sono anch’io !

Che sollievo …

Dopo la mia inguardabile prestazione di sabato ero quasi certo che il Mister mi avrebbe preferito il giovane Garry Brooke, che obiettivamente, ha avuto un impatto sul match decisamente migliore del sottoscritto quando è entrato al mio posto a metà del secondo tempo.

Sapevo che giocare una finale di FA CUP è il sogno assoluto di ogni calciatore britannico.

Il mio amico Ossie (così lo chiamano da queste parti) ed io lo abbiamo imparato presto.

Ma non avrei mai immaginato quanto fosse intenso, emozionante e magico scendere in campo a Wembley, con una coreografia unica al mondo e con milioni di telespettatori inchiodati in casa davanti allo schermo.

In fondo dovremmo esserci abituati, Osvaldo più di me.

Meno di 3 anni fa lui ha giocato una finale del Campionato del Mondo, davanti alla nostra gente, al popolo argentino che sognava questo titolo dopo quasi mezzo secolo di amarezze e delusioni.

Io ero in panchina, e la partita l’ho vissuta da tifoso, come qualsiasi argentino anche perché sapevo che le mie possibilità di scendere in campo erano davvero pochine.

Subito dopo il Mondiale il Totthenam Hotspurs si è fatto avanti.

Ci volevano qui.

Non era certo abituale per giocatori argentini venire a giocare in questa Terra.

Non siamo mai stati troppo amati.

Specialmente dopo il Mondiale del 1966.

“Animals” ci hanno chiamati.

Più facile ricevere offerte da Spagna o Francia che non dall’Inghilterra.

Ad essere sinceri il Boss Burkinshaw voleva Ardiles.

Quello era il suo vero obiettivo.

In fondo Osvaldo è stato uno dei protagonisti della nostra vittoria ai Mondiali.

Magari non il più appariscente, come lo sono stati Kempes o Passarella o Tarantini.

Ma per tutti noi in Argentina e per chiunque capisca di calcio “Ossie” è stato “l’olio nel motore della squadra”.

Senza di lui avremmo grippato.

Ma Mister Burkinshaw è un uomo intelligente e ha capito fin da subito che per un solo giocatore un passo così poteva rivelarsi traumatico e probabilmente troppo difficile da assimilare.

Così ha chiesto al mio amico Ardiles se riteneva ci fosse qualche altro giocatore argentino in grado di adattarsi al calcio inglese, ai suoi ritmi, alla sua fisicità e al suo calendario pazzesco.

E il mio amico Ossie ha pensato proprio a me !

Così abbiamo fatto armi e bagagli, abbiamo lasciato lui il suo Huracan e io il Racing Club e siamo arrivati qua.

L’accoglienza dei supporters degli Spurs è stata incredibile.

Assolutamente inaspettata.

Ci hanno incitato, supportato, sostenuto e … aspettato, con calore e pazienza.

Certo, un mio gol all’esordio contro il Nottingham Forest ha aiutato, ma ci abbiamo messo un po’ ad abituarci ai ritmi indiavolati di questo calcio.

E io ho faticato più di Ossie.

In un calcio così fisico nonostante i suoi 170 cm e si e no 60 kg Ossie, con la sua intelligenza tattica sublime, si è integrato quasi subito.

Io invece, malgrado i miei 185 cm e gli 80 kg (abbondanti !) ci ho messo un po’ di più a trovare il ritmo.

Non solo i tifosi ci hanno dato una mano.

In squadra ci sono giocatori di valore come il nostro bomber Steve Archibald o l’ala Tony Galvin … e poi c’è un genio assoluto !

Si chiama Glenn Hoddle.

Se fosse sudamericano sarebbe titolare in ogni Nazionale del continente. Brasile e Argentina comprese.

Ma qua qualcuno lo critica … corre poco ed è scarso nei tackles dicono … misteri del calcio.

E poi c’è il Mister.

Burkinshaw crede in me.

Lo ha fatto dal primo momento.

E lo ha fatto anche stavolta, ridandomi la possibilità di scendere in campo domani, nella partita di ripetizione, nonostante la mia pessima prova di sabato scorso.

Si rigioca a Wembley.

Meno male !

Non succedeva da più di 10 anni.

Di solito il “replay” veniva giocato altrove.

Siamo più forti del Manchester Cty, lo sappiamo tutti dentro di noi.

Ma adesso però è il momento di dimostrarlo.

Ed io, Ricky Villa, per primo.

Il Totthenam Hotspurs vincerà la FA CUP di quel 1981.

Una bellissima finale di FA CUP che finirà 3 a 2 per gli Spurs.

Ricky Villa fu protagonista assoluto con la sua doppietta ma soprattutto con QUEL GOL.

Il gol decisivo che pochi anni dopo fu votato “il gol del 20mo secolo” nella storia delle finali di FA CUP.

Uno slalom pazzesco fra le maglie di una incredula difesa del City, con una eleganza, un equilibrio e una abilità tecnica che parevano in contrasto con la mole possente di Rcky Villa.

Villa rimase agli Spurs altre due stagioni, grazie al suo passaporto italiano, mentre Ardiles, allo scoppio della guerra delle Falklands/Malvinas, dovette quasi fuggire in Francia, al PSG.

Nel 1983 come detto lasciò gli Spurs, andando a spendere gli ultimi anni di una dignitosissima carriera tra Stati Uniti e Colombia, prima di chiudere la carriera in Patria a 37 anni suonati nel Defensa y Justicia.

… e se passate dal White Hart Lane non vi sarà impossibile ancora oggi vedere qualche maglietta o bandiera con Ricardo Villa in versione “Che Guevara” … in fondo, anche lui e Ardiles hanno fatto una Rivoluzione.

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