Fare gol negli anni ’60-inizio ‘70 era decisamente difficile. Erano gli anni delle difese chiuse, del libero, degli stopper che ti seguivano perfino in bagno e del “catenaccio” come sistema di gioco principale. Una giornata di campionato (8 partite con 16 squadre partecipanti) poteva chiudersi anche con 10-12 gol realizzati in totale con gli zero a zero e le vittorie di misura per uno a zero come risultati più classici. Eppure in quegli anni l’Italia disponeva di quattro tra i più forti attaccanti d’Europa.

Gigi Riva (presto protagonista di questa rubrica) Roberto Boninsegna, Pietro Anastasi e il nostro “mito” di oggi, Pierino Prati.

Amato visceralmente a Milano (sponda rossonera) e a Roma (sponda giallorossa) Pierino Prati è stato uno degli attaccanti più completi della storia del calcio italiano.

Fortissimo nel gioco aereo, dotatissimo in acrobazia, forte in progressione e con una caratteristica non certo frequente: calciava con la stessa efficacia con entrambi i piedi a tal punto che molti, anche per il numero “11” sulla schiena, lo consideravano erroneamente mancino.

Pierino “la peste” è uno dei protagonisti di http://www.urbone.eu/media/images/shop/questo-e-il-nostro-calcio.jpg dal quale vi proponiamo un piccolo stralcio prima di passare alle immagini, quanto mai eloquenti della bravura di questo grande attaccante.

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ANEDDOTI E CURIOSITA’

A portare Pierino Prati nelle giovanili rossonere sono Santin e Maldera (il primo dei tre fratelli calciatori) che lo hanno notato nella partite all’oratorio di Cinisello Balsamo.

Al suo arrivo al Milan ad accoglierlo c’è nientemeno che il Nils Liedholm, responsabile del settore giovanile del Milan.

“In che ruolo giochi figliolo ?” chiede il “Barone” al giovanissimo Prati.

“Attaccante” risponde Prati che vincendo la tremarella aggiunge tutto spavaldo “E guardi che sono molto bravo ! All’Inter mi vogliono a tutti i costi solo che io faccio il tifo per il Milan !” strappando un sorriso allo svedese.

Due settimane dopo Pierino Prati firmerà il suo primo cartellino con il Milan.

Una delle grandi passioni di Pierino Prati sono le automobili.

E’ il maggio del 1969, pochi giorni prima della finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Passeggiando per il centro di Milano il bomber rossonero vede in un Autosalone una Porsche Carrera 911 E, blu scura, che spicca tra le altre auto in esposizione.

Prati prosegue la sua passeggiata ma di quella Porsche ormai si è perdutamente innamorato. Dopo vari ripensamenti prende la sua decisione.

Torna nell’Autosalone e annuncia “Se mercoledì prossimo vinciamo la Coppa dei Campioni un minuto dopo metteteci sopra il cartello “VENDUTA”, perché appena torno la prendo io”.

Come è finita lo sappiamo tutti.

Sempre di quella finale c’è un bellissimo aneddoto, uno dei tanti che riguardano quella straordinaria figura che era Nereo Rocco. Durante il viaggio in pullman tra l’albergo e il Santiago Bernabeu la tensione si taglia con il coltello. Non vola una mosca.

A quel punto l’allenatore triestino si alza in piedi, guarda negli occhi i suoi calciatori e sentenzia “Guardate che chi ha paura stasera è meglio che resti sul pullman. Di fifoni stasera non ne abbiamo bisogno”.

I giocatori arrivano al Bernabeu, vanno negli spogliatoi e iniziano a prepararsi.

Manca solo una persona.

Nereo Rocco, ancora seduto nel pullman !

… CONTINUA …

Ed ora un po’ di gol. Quelli che a soli 21 anni permisero a Pierino Prati di diventare capocannoniere della Serie A e al Milan di vincere lo scudetto.

A seguire invece quelli segnati con la maglia della Roma, dove Pierino dopo un inizio difficile per colpa di una brutta pubalgia, ha saputo farsi amare grazie ai suoi tanti e bellissimi gol.