Come spesso accade quando ci si ritrova a parlare di calcio con gli amici, spesso si apre una finestra sul passato, ricordando giocatori che hanno fatto la differenza.

L’altra sera, qualcuno ha tirato fuori un dossier del guerin sportivo di qualche anno fa sui “100 Migliori giocatori della storia della Roma” (di Fabrizio Pastore) e la discussione si fermata sul 14esimo posto di Francesco Rocca che ha battuto tra gli altri pendolino Cafù (16 posto) con le 3 finali mondiali consecutive e Vincent Candelà arrivato “solo” al 28esimo posto.

Rocca ha lasciato, come terzino, un’impronta indelebile nella storia della AS Roma negli anni ’70 e se qualcuno dei più giovani fa fatica a ricordare le sue gesta questo il racconto di Remo su di lui: FRANCESCO ROCCA: Con la Roma nel cuore.

Nella nostra serata (ormai sempre più rare) la nostalgia ha preso il sopravvento mentre ci siamo ritrovati a ricordare la forza e la dedizione del lavoro di Rocca (oggi a riposo dopo essere stato osservatore per la Nazionale A e tecnico di tutte le categorie dell’under fino al 2014).

Poi la considerazione forse sin troppo scontata dopo il secondo bicchiere di vino: “Si ma un tempo il calcio era più lento, immagina Rocca oggi, in mezzo a tutto questo calcio dinamico e tatticamente evoluto…” che ha accesso subito una discussione appassionata su come Rocca si sarebbe adattato nel calcio moderno.

Abbiamo iniziato a sviscerare quel poco di tattica che sappiamo chiedendoci come Rocca avrebbe gestito la richiesta da parte dei “nuovi mister tattici” di contribuire sia in difesa che in attacco.

E alla fine eravamo tutti d’accordo che uno che viene soprannominato “Kawasaki” per la sua velocità straordinaria sulla fascia, si adatterebbe perfettamente al moderno gioco tattico. Infatti nel contesto di un calcio sempre più orientato all’attacco, il suo stile di gioco tecnico e la propensione all’avanzamento costante lungo la fascia lo renderebbero un terzino ideale per le squadre che amano pressare alto.

Immaginiamolo in una squadra che gioca con un sistema tattico 4-3-3 o 4-2-3-1, dove i terzini sono chiamati a contribuire da protagonisti sia in fase difensiva che offensiva, la sua abilità nel marcare a zona, combinata con la capacità di avanzare rapidamente, creerebbe uno sbilanciamento costante nella difesa avversaria.

La conversazione è diventata un mix di confronto tra passato e presente dove Rocca trasformandosi in un idolo senza età, avrebbe sicuramente sfruttato le sue abilità tecniche per fornire cross precisi e supportare gli attacchi contro tutti e contro qualsiasi sistema di gioco..

Ci siamo lasciati con l’immagine di Rocca che come “terzino del futuro” continuerà a ispirare anche le nuove generazioni di appassionati di calcio, forte del fatto che è sempre stato pronto a dare il massimo. Il guerriero che tutti vorrebbero in squadra!

Ovviamente il discorso non è finito qui ma ci sono tanti aspetti da valutare …voi cosa ne pensate?